Qualora, miei giuovini virgulti, vi occorra la spiacevole necessità di chiedere scusa, a seguito di una cazzata che avete detto e/o fatto, dovreste seguire delle semplici istruzioni, che per comodità vi elencherò immantinentemente.
La lingua italiana ci aiuterà notevolmente nel nostro difficile percorso.
Seguitemi, miei piccoli eroi.
(Perchè chiedere scusa in maniera corretta, è da eroi.)
1) CHIEDERE effettivamente scusa.
“Ho sbagliato” non vuol dire “Scusami”.
“Ho sbagliato” vuol dire “Ho sbagliato”, se l’italiano non mi inganna.
Tanto vale che ci aggiungiate dopo “MASTICAZZI”.
2) Dire “io ho sbagliato, ma tu hai reagito in maniera eccessiva”, miei giuovini virgulti, NON vuol dire CHIEDERE SCUSA.
Vuol dire: “Io avrò pure sbagliato, POESSE, però la colpa è tua che sei isteric*.”
E comunque, non mi sembra di leggere la parola “SCUSAMI” da nessuna parte.
3) Dire “Scusa, ho sbagliato a darti dell* facciadimmerda, però tu mi avevi messo troppo caffè nel latte”, di nuovo: NON è chiedere scusa.
Tanto vale usare: “Facciademmerda, te la sei cercata”.
4) Se NON pensate di aver sbagliato, NON chiedete scusa. Non mi pare un concetto difficile da assimilare. Meglio argomentare con calma, che usare le frasi ai punti 1), 2), 3) e far definitivamente incazzare la controparte che, se non è completamente idiota (o se vi sta effettivamente ASCOLTANDO), si accorgerà che le vostre scuse sono finte e vogliono servire solo a zittirvi senza ammettere, di fatto, nessuna colpa.
5) “Scusami, ho sbagliato, mi dispiace. Cosa posso fare per rimediare?” -> Ripetiamo tutti insieme!
[Silently]
25 ottobre 2011 alle 10:19 |
+++
25 ottobre 2011 alle 13:09 |
siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :-)
25 ottobre 2011 alle 18:02 |
Però la prima (MASTICAZZI) ha il suo fascino
^_^
25 ottobre 2011 alle 19:04 |
Immagino che linkare questo post sulla bacheca di chi so io non servirebbe a niente, ma “mi piace”
28 ottobre 2011 alle 08:07 |
Io un tentativo lo farei… :D
29 ottobre 2011 alle 18:51
Ci provo… ;)
29 ottobre 2011 alle 08:54 |
Hóppala !, dmander pardàn, sänpliz.