Sapete chi è Philip Roth? Eccolo qua.
L’antefatto: nel novembre 2009, Libero se ne esce con questa intervista telefonica, ad opera di Tommaso Debenedetti.
Breve riassunto della parte incriminata: Roth è molto deluso dall’operato di Obama, di cui prima era innamorato ma che si è rivelato solo un gran chiacchierone.
Il fatto: una intervista di venerdì scorso sul Venerdì di Repubblica.
Riassunto della parte incriminata: Roth dice che Obama è un gran figo e che l’ha sempre pensata così.
L’intervistatrice (un agnellino tra le grinfie del leone) gli dice timidamente che un giornale gli ha messo in bocca le parole di cui sopra.
Roth s’incazza, chiama il suo agente, entrambi smentiscono categoricamente di aver rilasciato interviste a tale Tommaso Debenedetti, nonchè a giornali di nome Libero.
Ora, io non sono una grandissima fan di Roth. Non mi è simpatico, ho letto solo un paio di suoi libri, e comunque lungi da me dire che non sa scrivere.
Sfiora il Nobel ogni anno, e lo prenderà, alla fine. Lamento di Portnoy mi ha fatto molto ridere. Pastorale americana mi ha invorticata.
Insomma, lo stimo parecchio, ecco.
Eppure mi è sempre sembrato un personaggio molto antipatico, molto scomodo, una persona con cui mai e poi mai desidererei farei due chiacchiere.
Niente a che vedere con l’affabilità che mi potrebbe ispirare, che ne so, un Bryson, o un Melville, o un Dickens.
E quindi devo ammettere che un dubbietto mi ha sfiorata.
Roth è un uomo di una sagacia ed un’intelligenza fuori dal normale, e secondo me è anche un po’ un fijo de na mignotta non da poco.
Inoltre ha 77 anni, è fissato col sesso, si tromba la figlia degli amici, insomma è una personcina un po’ così.
D’altronde mica ci devo uscire, devo solo leggere i suoi libri.
Quindi ho pensato che forse, magari, poteva anche averla detta lui, la cazzata, e che poi se ne sia semplicemente dimenticato, o che abbia cambiato idea e se ne sia fregato poi di prendersene la responsabilità. Potrebbe anche essere, ho pensato.
Però anche io, diosanto, prima di farmi venire qualche dubbio, dovevo riflettere meglio sulla parola ‘Libero’.
Tutte le mie perplessità infatti sono state prontamente fugate, qui.
Breve riassunto: Paola Novarese, capoufficio stampa Einaudi, dice che negli ultimi mesi l’unica intervista che hanno organizzato con Roth è quella di Repubblica.
Francesco Borgonovo, responsabile culturale di Libero, dice che Debenedetti e Roth sono amiconi e che quindi non sono passati attraverso Einaudi per l’intervista.
Debenedetti è incontattabile da un paio di giorni, e dice che “OPS! Non trovo le registrazioni, accipuffolina!”
Che mi viene voglia di prenderli per un orecchio, a questi di Libero, ed apostrofarli tipo: “Dai, bambini, andate a giocare altrove, che i grandi hanno da lavorare”.
[Silently]